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5.10.06

L'auto ecologica avanza a grandi passi

Il settore dei trasporti è tra quelli maggiormente responsabili dell'effetto serra, a causa della crescita assoluta dei veicoli e dei chilometri percorsi, che hanno più che compensato il lieve guadagno di efficienza dei motori (in termini tecnici si chiama effetto rebound). Fino a pochissimo tempo fa la maggior parte dei costruttori non si è curata molto di questi aspetti, e assieme al concetto di "sicurezza", è stata la potenza sempre maggiore delle auto a caratterizzare l'offerta commerciale. Un esempio su tutti è la diffusione, anche in città, degli Sport Utility Vagon (SUV), che offrono sicuramente sensazioni diverse e nuove alla guida ma che dal punto di vista ecologico (e anche economico) sono dei veri e propri disastri.

Naturale quindi che negli ultimi anni, a fronte di un costante aumento del prezzo dei carburanti, questo processo abbia subito una brusca frenata. Anzi, qualcuno, come la General Motors, che aveva puntato molto su questo segmento, ha letteralmente sbattuto contro il muro e ora ne sta pagando care le conseguenze, con chiusure di stabilimenti, licenziamenti in massa e la perdita del primato nel settore automobilistico statunitense, che in parte dipendono anche dal fatto di essersi trovata spiazzata. Altri colossi, come Ford, non se la passano molto meglio. A vantaggio di Toyota, che invece investe ormai da un decennio, assieme ad Honda, in tecnologie pulite ed efficienti, come i motori ibridi, ovvero l'abbinamento di un motore elettrico ad un motore a scoppio, che riduce i consumi fino anche al 30%.

Ma in pentola stanno bollendo molte cose: fatta la tara all'auto all'idrogeno, che richiederà ancora qualche anno di sviluppo e soprattutto la risoluzione dell'annosa questione di come produrre l'idrogeno (che non è una fonto di energia ma un vettore), si stanno affacciando sul mercato diverse alternative. Si va dall'uso di metano alla produzione di biocombustibili a diverso livello di purezza (biodiesl in varie miscelazioni, bioetanolo), alla combinazione di diverse tecnologie, ad esempio il biodiesel con i motori ibridi. In questo articolo de Il Sole 24 Ore un'ampia panoramica.

A breve quindi le opzioni a disposizione di chi, oltre che ad aspetti estetici e funzionali, in una macchina cerca efficienza ed ecologicità, cresceranno di molto. Un'ombra in tutto questo? Le opzioni sono ancora molte e non tutte compatibili tra loro (ad esempio un'auto a bioetanolo non può andare a biodiesel), non sembra essere emerso ancora uno standard e questo potrebbe frammentare il mercato, rallentare la diffusione delle soluzioni e tenerne alti i costi. Resta anche il problema che non possiamo destinare gran parte delle colture vegetali per produrre carburanti (per ovvie ragioni di sopravvivenza ed equità), ma ridurre gli spostamenti o usare mezzi alternativi e sempre più effiicienti.

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