Edizione Sostenibile... Edizione Sostenibile!!!
Ci sono giorni in cui il tema della sostenibilità straripa anche in giornali come Il Sole 24 Ore, e questo è un buon segno. Prendete l'edizione del 9 Ottobre 2006.
A pagina 29 un bel annuncio pubblicitario di Toyota sul suo programma Emissioni Zero: "siamo convinti dell'importanza di salvaguardare il delicato equilibrio tra uomo e ambiente. Non si tratta solamente di limitare l'inquinamento provocato dalle automobili. E' qualcosa che va anche oltre le tecnologie d'avanguiardia realizzate da Toyota nel campo dei motori diesel ecologici o dei sistemi ibridi. Noi impieghiamo soluzioni innovative nel rispetto dell'ambiente in ogni fase del ciclo dei veicoli: dalla progettazione, alla realizzazione e utilizzo, fino al momento del riciclaggio. Solo in questo modo riteniamo di poter raggiungere l'obiettivo finale: emissioni zero".
Da pagina 31 a pagina 34 un dossier speciale sui rincari della bolletta energetica e su tutti i trucchi e consigli per ridurre i consumi, dai pannelli solari alle caldaie ad alta efficienza, dalla manutenzione degli impianti alle stufe a legna.
Ma la chicca vera, quella che da veramente il segno che qualcosa sta cambiando, la troviamo a pagina 13, con un articolo dal titolo "Quell'indice della felicità che può rendere ricco un Paese", circa la misurazione del benessere e della felicità. L'articolo merita di essere letto, quindi lo riporto per intero.
Di Vito di Bari
"In questi tempi di inteso dibattito sulla Finanziaria, voglio rubarvi pochi minuti per raccontarvi una storia. E' la storia di un re, della ricerca della felicità e della rinuncia a un regno.
Alle pendici della catena dell'Himalaia, c'è una nazione minuscola. Molti anni fa il suo re era poco più che un bambino e - forse per questo - credeva ancora nei sogni. Decise allora di misurare il benessere del suo popolo, ma invece che applicare il Pil (Prodotto Interno Lordo) creò il Fil (la Felicità Interna Lorda). E questo indice era mirabile, perchè aveva il vigore quieto dei valori spirituali del buddismo. Mentre i modelli di sviluppo occidentali fallivano - uno alla volta - negli altri Paesi del terzo mondo e li devastavano alle radici della loro economia e della loro cultura, il piccolo Paese cresceva, la gente viveva più a lungo e rispettava la natura e le tradizioni. Fu allora che il re decise che era tempo di passare la mano e trasferì il comando del suo regno ad un Parlamento eletto.
Questa favola è una storia vera. Il Paese è il Buthan e il re si chiama Jigme Singye Wangchuck, aveva 17 anni quando nel 1972 concepì il Ghn (Gross National Happiness) che anteponeva gli obiettivi di sostenibilità a quelli meramente economici: la preservazione dell'ambiente e la bio-diversità, l'equità socielae e la preservazione della cultura tradizionale. Re Wangchuck ha rinunciato spontaneamente al ruolo di capo dello stato nel 1998, anno in cui è stato inaugurato il parlamento. Nel frattempo le leggi a sostegno del Fil avevano generato molti risultati, ve ne cito alcuni. L'Undp Development Index (l'indice con cui si misura il livello di sviluppo di un Paese) del Buthan è diventato uno dei migliori di tutti i Paesi in via di sviluppo. In un periodo di soli 40 anni, l'aspettativa di vita media è raddoppiata: da meno di 35 anni a quasi 70. Il tasso di alfabetizzazione dovrebbe raggiungere il 95% entro il 2012, dallo 0,5% del 1961. La copertura boschiva perenne è superiore al 70%. Entro il 2012, il tasso di fertilità si stabilizzerà sul livello di sostituzione: un nato per ogni morto. Leggi speciali hanno reso il turismo ecologico, sostenibile e non invasivo nei confronti della cultura tradizionale delle popolazioni locali.
Alcuni di voi conoscono il cosiddetto paradosso di Easterlin, che recita "una volta raggiunto il livello di vita confortevole, ogni aumento di reddito apporta una certa diminuzione di felicità". Oggi, il Premio Nobel per l'Economia Daniel Kahneman propone di aggiungere al Pil il Mah (Measure of Aggregate Happiness, l'indice cumulativo di felicità).
Voglio raccontarvi una storia, che ancora non è vera. I tempi sono maturi perchè il mondo raccolga la sfida lanciata da Robert Kennedy quando disse che "il Pil misura tutto, tranne ciò che rende la vita degna di essere vissuta". E, per valutare l'efficacia dei governi, non calcoleremo solo quanta ricchezza abbiamo prodotto, ma anche quanto la qualità della nostra vita si è arricchita. Perchè chi ci governa inizierà a considerare i Paesi per quello che sono davvero: un insieme di individui che nascono e crescono e vivono e amano e soffrono e sognano. E producono ricchezza, certo. Ma, innanzitutto, esistono nel mondo reale."
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